Casa Zanini

La bella fotografia della Tavola 20 della ormai più che nota raccolta “Le Costruzioni Moderne in Italia. Milano”, vol. I, s.d. ma 1907, rappresenta di sguincio una notevole casa d’angolo, visibile solo parzialmente a causa del rilevato ferroviario che nasconde parte del piano terreno. La casa, a firma dell’arch. Amilcare Mella, era situata a quel tempo all’incrocio tra via Bixio e via Cascine Doppie, in quella che oggi sarebbe piazza Adelaide di Savoia: per questa sua posizione particolare essa assunse diversi indirizzi: via Cascine Doppie 1, e via Nino Bixio 31 o 33 e infine piazza Maria Adelaide di Savoia 4. La casa è stata ritratta più volte, data la sua eccellente posizione d’angolo, tuttavia già pochi anni dopo la sua costruzione non sono più visibili i fregi ornamentali dell’ultimo piano che invece appaiono, perfettamente disegnati, nella Tavola 20 della raccolta di cui sopra.

Il 1° settembre 1905 fu protocollata da parte del sig. Aristodemo Zanini la richiesta della licenza edilizia relativamente ad una casa d’abitazione e botteghe in quella che all’epoca era via Cascine Doppie, civico 1, direttore dei Lavori ing. Amilcare Mella. Fu tuttavia necessario presentare per ben due volte i disegni alla Commissione igienico-edilizia, la quale il 6 settembre – ma i disegni purtroppo non è stato dato vederli – rilevò nientedimeno che “la facciata appare disorganica e dovrà essere ristudiata con intenti di maggiore correttezza decorativa. Dovranno migliorarsi i contorni di porte al piano terreno: si richiede una facciata coll’indicazione delle tinteggiature”; mentre il successivo 15 settembre, modificati evidentemente i disegni, si limitò ad un più benevolo nulla osta “a condizione che vengano soppressi i mattoni e pietra visti nella decorazione della facciata”. E’ però necessario affermare a mio parere che in questo caso i disegni del buon architetto o ingegnere Mella non rendono giustizia alla casa che poi è stata effettivamente realizzata: il disegno “spiegato” con le tre facciate messe sullo stesso piano infatti fa perdere completamente il fascino dello spigolo e la articolazione volumetrica sembra completamente diversa. 

In ogni caso, i lavori procedettero molto speditamente se già il 29 dicembre 1905 venne richiesta la Prima visita al rustico – al netto della concreta possibilità che si cercasse, secondo un vezzo comune a quel tempo, di “forzare un po’ i tempi”; è forse per questa ragione che il 19 gennaio 1906 fu notificata la rejezione di visita – probabilmente i lavori non erano poi così completati come si potrebbe ipotizzare. Fu pertanto necessario attendere un più ragionevole 7 marzo per la Prima visita definitiva.  La Seconda visita, eseguita due volte, fu eseguita infine il 13 settembre, mentre la Terza visita, relativa all’abitabilità, risale al 20 ottobre 1906.  Tempi comunque piuttosto rapidi anche secondo gli standard dell’epoca.

La sua vita terrena terminò probabilmente tra la fine degli anni Cinquanta ed i primi anni Sessanta, per lasciare il posto alla costruzione attuale.


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