
Fino all’autunno del 1930 la città di Milano poteva vantare solamente quattro mercati rionali, con prezzi controllati dal Comune: quello di piazzale Cantore, quello di piazza Wagner, quello di piazza Crespi – oggi Gramsci – ed infine viale Abruzzi; un po’ pochini a dire il vero. Per questo motivo il 22 novembre 1930, a Palazzo Marino, alla presenza del podestà, si tenne una riunione a cui parteciparono l’ing. capo del comune Baselli, l’ing. A. Cecchi – progettista dei mercati rionali – e l’avv. Salvatores, responsabile dell’Annona, nella quale si decise di costruire in sole tre settimane qualcosa come cinque mercati rionali. L’idea era quella di permettere ad ogni rione di poter usufruire di almeno un mercato alla distanza massima di un chilometro e mezzo dalle proprie abitazioni, da costruire in aree già di proprietà comunale sia per evitare ulteriori costi, sia per abbreviare i tempi.
Naturalmente questo avrebbe comportato la realizzazione di strutture molto semplici, in legno, con tettoie e banchi di vendita sempre di legno, ma rivestiti di zinco, senza alcuna pretesa di bellezza e di eleganza, ma solo di praticità ed economia, che fossero facili da costruire ed anche da decostruire nel caso: tuttavia, bisogna ammetterlo, il risultato finale fu dignitoso e a modo suo anche bello, pur nei limiti ristretti nei quali si era deciso di operare ed esulando dalle motivazioni politiche di tale scelta – il rigoroso controllo dei prezzi dei generi di prima necessità e di largo consumo. L’architettura ripetibile secondo un “tipo” generalizzato di mercato sarebbe stata inoltre accompagnata da due divise, distinte tra donne e uomini, relative agli operatori di vendita.
Il mercato di piazzale Lagosta – al tempo chiamato ancora viale Zara – fu l’ultimo dei cinque ad essere inaugurato il 21 dicembre 1930. Esso era grande 960 mq, di cui coperta 670 mq, per un totale di 13 campate di metri 8 x 4 in grado di ospitare 56 banchi di vendita. La lastra A 7609 conservata al Civico Archivio Fotografico illustra il mercato di viale Zara poco dopo la sua inaugurazione.
La vita terrena del mercato terminò nell’agosto 1943, distrutto dalle incursioni aeree; esso rientrò nel programma di ricostruzione avviato nel gennaio 1944, ma non è chiaro se fu oggetto effettivo di lavori oppure no. In ogni caso, esso fu ricostruito – ma in mattoni – nel dopoguerra ed inaugurato nuovamente il 30 marzo 1946.
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